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All’interno del Modulo di Servizio Europeo (ESM)

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All’interno del Modulo di Servizio Europeo (ESM)

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    Le testimonianze degli artefici del successo della missione Artemis I

    La missione Artemis I si è appena conclusa con il riuscito ammaraggio della capsula Orion nell’oceano Pacifico.

    In Thales Alenia Space tutti possono ormai festeggiare questa impresa eccezionale e godersi un meritato riposo prima di passare alla prossima sfida.

    Quasi mezzo secolo dopo l’ultimo viaggio sulla Luna, l’umanità si appresta a farvi ritorno, e non solo. Questa volta l’obiettivo è la creazione, entro una decina d’anni, di un intero ecosistema lunare per un insediamento umano permanente sulla superficie della Luna.

    Questa missione inaugurale, segnata da momenti indimenticabili, ha permesso di eseguire test e di raccogliere dati preziosi, in previsione di quella successiva, Artemis II, che porterà gli astronauti vicino alla Luna, quasi fino a toccarla. Poi, con Artemis III, gli esseri umani poseranno di nuovo il piede sul nostro satellite naturale

    Concept Art

    Thales Alenia Space ha svolto un ruolo di primissimo piano in questa missione. Dal 2015 i nostri ingegneri e tecnici di Torino hanno iniziato a lavorare sulla struttura portante di Orion e sui sottosistemi critici del Modulo di Servizio Europeo (ESM), garantendo il comfort e la sicurezza dell’equipaggio per l’intera durata della missione.

    È stato un percorso lungo e sinuoso, ma i team di Thales Alenia Space si sono dimostrati pienamente all’altezza della sfida.

    La missione Artemis I aveva l’obiettivo di mettere alla prova la robustezza della struttura e la sua resistenza a eventuali impatti di micrometeoriti e detriti spaziali, nonché di collaudare il funzionamento e l’affidabilità dei radiatori, del sistema di controllo termico e del sistema di stoccaggio dei materiali di consumo.

    Dopo 25 giorni di test e verifiche nello spazio, e un’ora prima del distacco della capsula dal modulo di servizio, la pressione della cabina è stata controllata per evitare l’attivazione delle valvole di depressione. Il successo di questa operazione, condotta da Thales Alenia Space, era indispensabile per poter dare il via libera alle missioni successive, in cui, a differenza della prima, ci saranno astronauti a bordo!

    Prima di Orion, nessun altro sistema con equipaggio si è mai allontanato tanto dalla Terra. Viaggiando ben oltre l’orbita della Luna, la navicella è stata esposta per oltre una settimana alle difficili condizioni dello spazio profondo, e in particolare alle radiazioni estreme. Artemis I è stata una missione critica che ha consentito di misurare gli effetti di questo ambiente non solo sugli astronauti, ma anche su tutti i sottosistemi e i componenti della capsula e del modulo di servizio, sempre volti alla salute e alla sicurezza dell’equipaggio.

    Per capire meglio il significato di questa missione e di quelle successive, abbiamo chiesto ad Anna, Fabio, Federica e Dario, che rappresentano gli oltre 150 professionisti di Thales Alenia Space che hanno partecipato al programma, di parlarci delle loro impressioni.

    Representatives of the team

    Annamaria Piras, Head of Low Earth Orbit Programs

    La missione Artemis I, perfettamente riuscita, apre una nuova era dell’esplorazione spaziale, consentendo all’umanità di tornare sulla Luna e di andare oltre, dove nessun essere umano è mai stato prima.

    È stato un grande onore per me fare parte di questa prima missione, che ci ha regalato tante emozioni . Il ritorno sulla Luna ha ora un significato completamente diverso dal primo allunaggio del 1969. Non si tratta più semplicemente di missioni di una settimana sul suolo lunare: oggi costruiamo passo dopo passo una presenza permanente nello spazio profondo, che potrebbe servire come base per arrivare, nei prossimi decenni, fino a Marte.

    Fabio Burzagli, Project Design Authority for TCS, CSS and Structure subsystems.

    Questa missione è la dimostrazione perfetta che la regola delle 4P funziona: Pratica, Pazienza, Perseveranza e Passione.

    Sono cresciuto guardando “Spazio 1999”, che probabilmente mi ha ispirato nella mia scelta di carriera professionale o ha comunque avuto un carattere premonitore perché oggi sono felice di appartenere alla “generazione Artemis”! Con il progetto di “habitat lunare” la fantascienza diventa realtà. È davvero esaltante e appassionante!

    Federica Negri, TCS & CSS Technical Procurement Manager

    Il successo di questa missione dimostra ancora una volta che team internazionali possono cooperare per vincere insieme enormi sfide tecnologiche, a vantaggio di tutti.

    È un modo per superare i limiti dell’umanità e un’opportunità per ricordare il posto che occupiamo nell’universo, proprio come aveva fatto a suo tempo la celebre fotografia “Blue marble” della Terra. Comunque, a parte questi aspetti filosofici, diciamo la verità, tornare sulla Luna è semplicemente fantastico!

    Dario Saia, European Service Module Program Manager

    Da bambino ero già affascinato dalle immagini di Apollo 11. Quindi oggi, a volte, stento ancora a credere che partecipo al progetto per riportare gli esseri umani sulla Luna!

    Per realizzare il nostro obiettivo il lavoro di squadra è essenziale e rappresenta probabilmente una delle sfide più impegnative. Instaurare rapporti solidi, sia all’interno che all’esterno dell’azienda, è fondamentale, in modo da poter superare insieme le difficoltà e le fasi critiche che non possono di certo mancare in un progetto così complesso. In definitiva, per ottenere buoni risultati, è necessario amare il proprio lavoro.

    Per tutti questi anni, il nostro lavoro è consistito nel fornire un prodotto della massima qualità e ne siamo molto fieri.

    Questo orgoglio è condiviso da tutti nel team, anche con i colleghi che per vari motivi non sono più tra noi e a cui rendiamo omaggio.

    *A celebrated picture of the Earth taken by the Apollo 17 crew in 1972.