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10 canzoni sulla luna - 2a parte

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10 canzoni sulla luna - 2a parte

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    Ah la Luna, questo satellite naturale in orbita attorno alla Terra che ritma senza sosta le nostre stagioni, svelandosi progressivamente dalla fase crescente alla fase calante! Così maestosa quando è tonda, piena, scintillante in una notte stellata.

    Inaccessibile fino al 1969, è diventata oggi l'oggetto di tutte le brame, con gli astronauti che stanno per tornarvi.

    La Luna di nuovo in vista

    Perché la Luna è improvvisamente tornata importante, visto che l'ultima missione Apollo 17 sulla sua superficie risale addirittura al 1972? Ebbene perché, da allora, numerose scoperte scientifiche ne hanno fatto un oggetto celeste raro quanto prezioso. Innanzitutto (lo si sospettava già ma è stato confermato nel 2008) vi è dell'acqua sulla Luna. Vi si trova anche dell'ossigeno e dell'idrogeno, che potrebbero essere estratti dal ghiaccio lunare per creare ad esempio dei propergoli per razzi. Esistono inoltre delle risorse come l'elio 3, un isotopo produttore di energia, che permetterebbero di alimentare futuri razzi per missioni con equipaggio a destinazione di Marte e dello spazio profondo. La luna servirà da avamposto per preparare missioni ancora più ambiziose a destinazione del Pianeta Rosso. Ciò che un tempo era considerato fantascienza diventa oggi realtà.

    Thales Alenia Space ha la fortuna, anzi il privilegio, di essere uno dei maggiori industriali a bordo del Gateway, la futura stazione spaziale lunare, e uno dei pilastri del programma Artemis della NASA, che prevede il ritorno di equipaggi sulla Luna entro il 2024. Mentre la società americana CommStar Space Communications conta su di noi per sviluppare, entro il 2023, un satellite ibrido che fungerà da relè di comunicazione Terra-Luna, forniremo anche tecnologie di telecomunicazioni Terra-Luna per il rover VIPER della NASA, destinato alla ricerca di acqua sulla Luna.

    Come vedete la Luna è parte integrante della vita quotidiana dei nostri ingegneri, specializzati nel campo dell'esplorazione spaziale. Ma oggi non vi parleremo né di tecnologia né di "business", bensì di musica... sì sì!

    In questo articolo, indipendentemente dalla nostra attività e perché siamo veri appassionati, abbiamo voluto mettere in luce una selezione di 10 canzoni che parlano della Luna. 10 canzoni che hanno influenzato per sempre la"POP Culture". L'anno scorso vi avevamo proposto di (ri)scoprire 10 canzoni "lunari". Oggi vi offriamo altri 10 "Moon Songs"... per la semplice ragione che queste canzoni ci piacciono e vogliamo condividerle con voi. Da notare che l'ordine di apparizione delle canzoni non rispetta necessariamente la cronologia.

    Sisters of the Moon – Fleetwood Mac

    Nel 1977 i Fleetwood Mac, con il loro album Rumours, diventano uno dei gruppi rock più influenti di tutti i tempi. Il loro disco, spintodai precedenti successi, vende milioni di copie in tutto il mondo. Il gruppo diventa allora un vero fenomeno sociale. Oggi si dice che Rumours abbia venduto più di 40 milioni di copie, portando il gruppo nella Top 10 mondiale degli album più venduti di tutti i tempi. Questa alternanza di folk, rock, country-rock, blues e ballate minimaliste fa del disco un vero monumento, sublimato da successi leggendari come "Go your own way", "The Chain" o "Don’t Stop", canzone che verrà utilizzata varie volte nei meeting di Bill Clinton durante la campagna presidenziale del 1992. Ma è dal doppio album successivo, Tusk, registrato nel 1979, che abbiamo estratto la canzone "Sisters of the Moon". Dopo l'enorme successo di Rumours, l'album Tusk, meno accessibile riceve un'accoglienza tiepida. Ma l'insuccesso è relativo. Tusk è comunque eccezionale e vende vari milioni di copie. La canzone è interpretata da Stevie Nicks, che riscosse anche un notevole successo come solista all'inizio degli anni '80 con l'album Bella Donna. Che rapporto ha con la luna, al di fuori del titolo? Nessuno, se si leggono le parole. Il testo, scritto da Stevie Nicks, è mistico, fantomatico, esoterico... Ma poco importa, l'interpretazione è perfetta e la voce roca di Stevie è ipnotica.

    The Killing Moon – Echo & the Bunnymen

    Certi dischi sono intramontabili, attraversano il tempo senza invecchiare. È il caso dell'album Ocean Rain degli Echos & the Bunnyman, registrato nel 1984. La canzone "The Killing Moon" sarà il primo singolo di questo album. Dopo aver riscosso un enorme successo in Inghilterra e in Irlanda, da allora il disco è diventato un cult. Ian McMulloch, leader e cantante del gruppo, è conosciuto inoltre per le sue dichiarazioni leggendarie. Originario di Liverpool, come i Beatles, Ian dichiarava intorno agli anni '80: "Siamo il più grande gruppo del mondo e il nostro nuovo album è un capolavoro"... Aveva senz'altro ragione visto che era riuscito a creare 3 pure meraviglie tra il 1980 e il 1984, con gli album Crocodiles (1980), Porcupine (83) e Ocean Rain (84). Per quanto riguarda lo stile musicale, si oscilla tra neoromanticismo nel senso più nobile del termine, new-wave, rock e musica alternativa. L'atmosfera sonora, elettronica e fredda, è riscaldata da accordi di chitarra di estrema bellezza. Il cantante associa l'immaginario astronomico della sua canzone e l'interesse che aveva da bambino per lo Spazio. E la voce, non trovate che assomiglia a quella di Bono? Per quanto riguarda il suono, l’album Echo & the Bunnyman, a cavallo tra The Cure, U2 e The Verve, è riuscito ad attraversare i tempi grazie alla ricchezza della sua orchestrazione e in particolare alla finezza degli arrangiamenti delle corde. Sublime!

    Man on the Moon – R.E.M.

    Dopo il successo dell'album “Out of Time", registrato nel 1991, che comprendeva successi planetari come “Shiny happy people” e “Losing my religion, il gruppo R.E.M creerà nel 1992 un capolavoro assoluto, applaudito sia dai critici di rock che dai fan. L'album del 1992 si chiama "Automatic for the people" e comprende molte canzoni eccezionali tra cui "Everybody hurts". Il disco è sobrio, acustico, spesso malinconico senza cadere nel lugubre. Il cantante leader sa come associare spleen, testi di qualità e musiche discrete ed eleganti al tempo stesso. Questo album dalla produzione evergreen racchiude un gioiello, "Man on the moon", una canzone creata in omaggio dell'attore americano Andy Kaufman, scomparso prematuramente nel 1984. Nel 1999 il regista Milos Forman, a cui si deve anche "Qualcuno volò sul nido del cuculo" e "Amadeus", dedicherà un biopic ad Andy Kaufman, con Jim Carrey nel ruolo principale. Il titolo del film è direttamente ispirato alla canzone dei R.E.M.

    Bad Moon Rising – Creedence Clearwater Revival

    Cambiamo registro. Siamo ora nel 1969. Uno dei gruppi più celebri del momento si chiama Creedence Clearwater Revival. Originari di San Francisco, culla del Flower Power e della Beat Generation, i Creedence sono molto lontani dai movimenti pop e rock psichedelici West Coast. Niente a che vedere con le melodie pop e folk dei Mamas & the Papas, dei Byrds o di Scott McKenzie. Per quanto riguarda il suono, lo stile è diretto, senza fronzoli. I Creedence sono una macchina ben oliata, i musicisti sono veri professionisti. Vi sono molte somiglianze con il rock sudista dei Lynyrd Skynyrd, a cui dobbiamo "Simple Man" o "Sweet Home Alabama", o con Jefferson Airplane. Ma a cosa fa riferimento "Bad Moon Rising"? Ebbene, agli eventi di quell'epoca. La canzone, una critica appena velata dell'amministrazione Nixon, a volte inquietante, fa eco a “The Times They Are A-Changin" di Bob Dylan e alla guerra del Vietnam in particolare, in cui l'America si è invischiata tra il 1963 e il 1975. Questa canzone impegnata sarà il secondo più grande successo del gruppo, subito dopo "Proud Mary".

    Moonlight Shadow – Mike Oldfield ft. Maggie Reilly

    Ecco una canzone alquanto sorprendente. Sicuramente la conoscete. È stata trasmessa per anni sulle onde FM europee. Ma avete fatto attenzione alle parole? Quando la cantante dice "carried away by a Moonlight Shadow", l'autore fa riferimento alla morte. Quest'ombra del chiaro di luna è una metafora poetica che ricorda l'altra faccia dello specchio. Le parole fanno eco a "Break on through to the other side” dei Doors. Quando Mike Olfield, polistrumentista geniale, ha proposto a Maggie Reilly di interpretare la sua creazione, le ha chiesto di affrontarla con la "leggerezza di una farfalla". "Moonlight Shadow" è piena di contraddizioni, oscilla tra la leggerezza della melodia (si tratta di una ballata pop con influenze celtiche), la dolcezza dell'interpretazione e la violenza appena velata del testo: "he was shot 6 times by a man on the run". La canzone era stata diffusa in radio nel 1983, dopo l'assassinato di John Lennon davanti all'ingresso del Dakota Building, a New York. È probabile che Mike Oldfield sia stato inconsapevolmente influenzato dalla morte di Lennon quando ha creato Moonlight Shadow, ma niente lo prova. In tutti i casi, Moonlight Shadow è tuttora il più grande successo commerciale del musicista britannico, a cui si deve anche "Tubular Bells", un capolavoro di rock strumentale progressivo d'ispirazione celtica. Il tema di apertura di questo album è stato utilizzato per la colonna sonora del film d'orrore "L'esorcista" di William Friedkin, uscito nel 1973.


    The Whole of the Moon – The Waterboys

    "I saw the crescent / You saw the whole of the moon" [Ho visto la fase crescente, tu hai visto il cratere sulla luna]: una battuta azzeccata per l'epoca. Se non conoscete ancora questa canzone, acoltate l'album dei Waterboys "This the sea", del 1985. Si tratta semplicemente di uno degli album più brillanti dell'anno. Per quanto riguarda il suono, i primi album dei Waterboys possono essere catalogati nella "Big Music". I dischi sono prodotti alla perfezione, sono epici, magniloquenti, eroici, lirici. Gli arrangiamenti sono talmente raffinatiche si ha l'impressione che l'album sia stato registrato di recente. La voce suggestiva del "lead singer" scozzese Mike Scott non è da meno. L'universo è molto vicino a quello di "Unforgettable Fire" degli U2 o a quello dei primissimo album dei Simple Minds, con contenuti decisamente pop/rock e a volte influenze celtiche. Niente a che vedere con l'album seguente, "Fisherman’s Blues", registrato nel 1988, che è veramente un album di rock celtico, altrettanto brillante. "The Whole on the Moon" sarà il più grande successo dei Waterboys, assecondato dal carisma di Mike Scott. Un gruppo che avrebbe senz'altro meritato un riconoscimento mondiale. Siete d'accordo?

    Pink Moon – Nick Drake

    Vi sono artisti che non ricevono il riconoscimento che meritano. Nick Drake è uno di essi. Questo giovane cantautore-compositore britannico di grande talento ha registrato 3 ottimi album. Tutti e tre sono stati un fallimento commerciale, eppure sono stati catalogati fra i 1000 migliori dischi di tutti i tempi. "Pink Moon", da cui è estratta la canzone del titolo, sarà l'ultima opera di questo immenso artista scomparso prematuramente all'età di 26 anni. La chiarezza del suo suono alla chitarra, con quel pizzicato di corde così delicato, la poesia dei suoi testi, contribuiranno più tardi alla leggenda di Nick Drake, diventato da allora un artista cult, intramontabile. Il suo stile, molto riconoscibile, lo distingue dagli altri folk singer dell'epoca. Gli arrangiamenti, sobri e minimalisti, danno l'impressione che il disco sia stato registrato recentemente. Non è invecchiato nemmeno un po’(nonostante risalga al 1972). Nel novembre del 1999 la canzone è stata utilizzata in una campagna pubblicitaria per un modello di cabriolet della Volkswagen. Risultato: le vendite sono risalite e l'album è balzato in testa alle hit-parade, con 27 anni di ritardo. A dimostrare che, se una canzone è veramente bella, può tornare alla ribalta più tardi ed essere apprezzata dalle nuove generazioni. È quel che è successo con "Pink Moon".

    Marquee Moon – Television

    "Marquee Moon" è probabilmente LA o comunque una delle "canzoni lunari" più lunghe di tutti i tempi. Dura infatti 10 minuti e 40 secondi, durante i quali si affrontano due chitarre indiavolate. Registrato nel 1977, questo ottimo album del periodo post-punk è da catalogare accanto a "Horses" di Patti Smith o a "Talking Heads: 77", il primo album dei Talking Heads. Tom Verlaine, il cui vero nome è Thomas Miller, è veramente ai comandi dell'album, di cui ha firmato tutte le parole e le musiche. Appassionato di letteratura, Tom è cresciuto divorando le opere di Bill Knott, Rilke, Hamsun o Lautréamont. Con "Marquee Moon" ha puntato molto in alto, suscitando l'ammirazione dei critici delrock, nonostante un'accoglienza tiepida del pubblico dell'epoca. L'album si distingue completamente da quel che esisteva prima. Vi sarà un prima e un dopo "Marquee Moon". Il suono "New York" volontariamente freddo, glaciale, urbano. Ma racchiude tutto, le parole, le musiche, i musicisti scelti accuratamente... "Marquee Moon" è considerato uno dei migliori album dell'anno 1977. Se vi piacciono Lou Reed, i Velvet Underground, i Talking Heads e gli Strokes, sarete sicuramente sedotti da questo primo album, molto ambizioso, dei Television.


    Child of the Moon – The Rolling Stones

    Non è la canzone più conosciuta dei Rolling Stones. Registrata sulla faccia B del 45 giri del celebre hit mondiale "Jumping Jack Flash", "Child of the Moon" ha parole sibilline e una musica barocca, psichedelica. È spesso considerata una dichiarazione d'amore enigmatica rivolta da Mick Jagger a Marianne Faithfull. Questa canzone del 1968, dall'orchestrazione accurata, è un mix di blues-rock e di rock cajun. Il testo è molto poetico, la musica ritmata e a volte malinconica. "Child of the Moon" fa parte dei tesori un po' dimenticati della discografia dei Rolling Stones. Una bella (ri)scoperta per i fan degli Stones!


    Moonage Daydream – David Bowie

    Non si poteva terminare questa cronaca senza citare David Bowie. L'anno scorso, se vi ricordate, avevamo parlato di Space Oddity... per una buona ragione: questa canzone era stata utilizzata dalla BBC per coprire in diretta l'atterraggio sulla luna della missione Apollo 11 in luglio 1969. David Bowie, appassionato di fantascienza, ha scritto molte canzoni sulla spazio: Space Oddity, Life on Mars, Ashes to Ashes, Starman, Ziggy Stardust … Ma ne mancano ancora. Oggi parleremo di Moonage Daydream, estratta dall'album "The Rise and fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars", che ha fatto di David Bowie una leggenda. Prima di "Ziggy Stardust" David Bowie, aveva già avuto qualche successo ma faceva fatica a trovare la sua identità musicale. Sapendo che non era questo il suo obiettivo, visto che nessun album assomigliava a quello precedente. Dopo aver oscillato tra folk, blues, pop, David diventerà una vera superstar internazionale, nella categoria del Glam Rock, accanto ad artisti come Marc Bolan dei T.Rex o i Roxy Music. Bisogna riconoscere che con Ziggy Stardust, Bowie aveva puntato molto in alto. Non si tratta di un semplice disco ma di un concept album come "The Wall" dei Pink Floyds o come "Melody Nelson" di Serge Gainsbourg. La sua storia è degna di un film di fantascienza. Rimangono 5 anni prima della distruzione del pianeta Terra (il che spiega il titolo della canzone "Five years") quando l'extraterrestre Ziggy Startust arriva sulla Terra con i suoi ragni marziani (the Spiders from Mars), diventa una rock star, si butta in eccessi di ogni tipo prima di togliersi la vita ("Rock’n’roll suicide"). Senza cadere nella caricatura. David Bowie ha raccolto la sfida in modo brillante, componendo tutti i pezzi (tranne una ripresa) e facendosi accompagnare da un chitarrista-arrangiatore geniale, Mick Ronson. L'album è ottimo, come pure la canzone "Moonage Daydream" e l'incredibile chitarra. E sappiate che l'album è molto più complesso di quanto possa sembrare ad un primo ascolto. La voce di Bowie cambia completamente da un pezzo all'altro. Vi affronta anche temi più seri, rende omaggio alle suffragette in "Suffragette City", parla della fragilità o del declino del Pianeta con "Five Years" (oggi si potrebbe fare un parallelo con le conseguenze dirette del riscaldamento climatico sul nostro Pianeta)... Ziggy Saturst ha lanciato Bowie sull'orbita del successo, un successo a cui si abituerà difficilmente e che non lo lascerà più.

    Di canzoni sulla Luna, ve ne sono ancora molte da scoprire... Avremmo potuto citare anche "Blue Moon" di Beck, "Half Moon" di Janis Joplin, "Mountains of the Moon" dei Grateful Deads, “New Moon on Monday” dei Duran Duran, "Mr Moonlight" dei Beatles oppure gli album "Moondance" di Van Morrisson o "Moon Safari", l’album del duo francese di musica elettronica Air.

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    A presto per nuove cronache sullo Spazio

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